La resistenza non si processa – Il 28 novembre presidio a L’Aquila

Venerdì 28 novembre, dalle ore 9:30, Presidio al Tribunale dell’Aquila in solidarietà con Anan, Ali e Mansour

Dopo la farsesca udienza del 21, con il colpo di scena di Israele che testimoniava da remoto, fuori dall’Italia e in assenza di un pubblico ufficiale italiano che ne certificasse l’identità, il 28 novembre sarà ascoltato il teste della difesa, Professor Francesco Chiodelli, docente di geografia economico-politica all’Università di Torino, che riferirà sulla reale natura e caratteristiche della colonia di Avnei Hefetz. Nell’udienza del 21, infatti, lo Stato occupante non è riuscito a negare la presenza di una base militare in questo insediamento e a smentire le parole di Anan nella dichiarazione spontanea contestuale: “Avnei Hefetz non è solo una postazione militare. Dentro c’è la stanza delle operazioni speciali”, ossia la sala in cui vengono decise, organizzate e gestite le operazioni di eliminazione dei resistenti palestinesi. Dentro la città di Ṭūlkarm gli agenti coordinati da Avnei Hefetz si aggirano in borghese ogni giorno per individuare i loro bersagli e colpirli. Il martire Amir Abu Khadijeh è stato ucciso con un colpo alla testa da questi agenti in borghese il 23 marzo 2023, e quella è stata solo una delle loro “operazioni speciali” più famose.
Non solo, Anan aveva anche chiesto che in aula non apparisse la bandiera di Israele, così come all’udienza del 31 è stato imposto di non mostrare quella palestinese.
Ma con la scusa di non ben precisati “motivi di urgenza”, la rappresentante di Israele ha potuto testimoniare da remoto da un’ambasciata israeliana in Francia, e tutti e tutte in aula hanno dovuto vedere la bandiera israeliana svettare dietro le spalle della diplomatica, che intanto, incalzata dalle domande della difesa, maneggiava una pallina antistress, anch’essa con i colori della bandiera israeliana.
Anan non ha con sé una bandiera palestinese da mostrare da remoto (non ancora), ma è sufficiente l’essere palestinesi per poter essere privati di tutti i diritti anche in un Tribunale italiano?
Perché il pubblico non può indossare neanche una Kefiah, mentre da un’ambasciata israeliana si può fare sfoggio in un’aula di giustizia italiana di tutti i simboli di uno stato occupante e genocida?
Perché il Tribunale di L’Aquila viola le nostre leggi per essere al servizio di Israele?
Perché abbiamo dovuto ascoltare la testimonianza di uno Stato che occupa illegalmente i territori palestinesi e pratica la pulizia etnica contro il popolo palestinese?
“Chiedo se Israele ha davvero tutto questo potere in Italia” ha concluso ingenuamente Anan.
Purtroppo conosciamo la risposta.
Domani, dopo la testimonianza di Chiodelli, ci sarà la requisitoria della PM.
E’ quindi indispensabile continuare a presidiare il Tribunale e sostenere Anan e gli altri due palestinesi sotto processo.

LA RESISTENZA NON SI ARRESTA
LA RESISTENZA NON SI PROCESSA
ANAN LIBERO!
LIBERTÀ PER TUTTI I PARTIGIANI DELLA RESISTENZA PALESTINESE!

Soccorso rosso proletario

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