Migliaia di persone hanno manifestato ieri pomeriggio a Napoli, sfidando il provvedimento ministeriale che vieta lo svolgimento di cortei nei centri storici delle città durante i fine settimana. Il corteo, partito da piazza Garibaldi intorno alle tre del pomeriggio, ha percorso il Rettifilo, via Medina, via Acton ed è giunto fino a piazza Plebiscito, dove i manifestanti sono rimasti in presidio per circa un’ora.
Proprio in considerazione del recente divieto di svolgere manifestazioni il sabato e la domenica al centro città, la piazza napoletana ha assunto una doppia valenza. Era stata convocata infatti mesi fa dai disoccupati organizzati “7 Novembre” in risposta al crescente livello di repressione di cui è stato oggetto il movimento, e in particolar modo in segno di protesta per le indagini a carico di alcuni suoi esponenti con la pesante accusa di associazione a delinquere. Nel frattempo è arrivata, all’inizio di questa settimana, la direttiva-divieto della ministra Lamorgese, ultimo atto di strumentalizzazione politica dell’emergenza sanitaria, un tema diventato centrale nella piattaforma elaborata dagli organizzatori del corteo napoletano.
Anche alla luce delle difficili condizioni di agibilità politica nel corso di questa infinta emergenza per chi lotta sui territori, per gli operai, gli studenti, i lavoratori, i movimenti per la casa, la manifestazione si era trasformata nel giro di qualche mese dalla sua indizione in una manifestazione nazionale. Tante sono state infatti le adesioni di movimenti, sindacati di base e gruppi organizzati provenienti da tutto il paese, e tante persone si sono radunate a Napoli per mostrare solidarietà ai 7 Novembre, una solidarietà che si è poi tramutata, simbolicamente, in una presa di posizione rispetto all’ennesima limitazione della libertà di stare in piazza.
Il corteo si è svolto in maniera determinata ma tranquilla, senza interferenze da parte delle forze dell’ordine che l’hanno preceduto e seguito a una distanza di sicurezza. Ad aprire il lungo serpentone alcuni disoccupati hanno mostrato i volti di Draghi, Landini e Bonomi, accompagnati da dei cartelli con scritto: “L’associazione a delinquere sono loro”. Dietro, a seguire, lo spezzone dei 7 Novembre, e poi via via tutti gli altri partecipanti. Al microfono si sono alternati interventi di narrazione delle numerose lotte, da quelle dei facchini della logistica a quella dei No Tav, e altri di solidarietà ai disoccupati napoletani. Arrivati in piazza Plebiscito, il presidio è rimasto attivo a lungo, tra cori, fumogeni e altri interventi, davanti a un folto cordone di polizia schierato a protezione della prefettura.