Paola
Sei stata e sei il coraggio della verità, la ragione della rivoluzione, l’amore universale del comunismo
Paola
Che hai dato voce ai senza voce, che hai sfidato il silenzio, il bigottismo e l’ipocrisia borghese sulle lotte dei proletari e delle proletarie rivoluzionarie
Paola
Che con il corpo, l’anima, la penna, con la paziente ricerca, la tenacia, la solidarietà proletaria, l’amore rivoluzionario, hai superato anche i confini, le sbarre delle nere galere, per portare alla luce quello che vogliono tenere in ombra, per dissotterrare le vite, le lotte e gli obbiettivi delle prigioniere e dei prigionieri rivoluzionari. Il dolore e la passione per la libertà e la lotta. La dignità della lotta e della vita, anche per i compagni e i proletari rinchiusi nelle carceri dell’imperialismo
Per portare alla luce la luce del tuo cuore, il cuore di una comunità rivoluzionaria che lottava e lotta per la libertà e l’uguaglianza, per la necessità, storica, della rivoluzione, per un mondo migliore
Né la malattia, né la prigione sono riusciti ad arrestare la tua coerenza e lotta contro questo sistema capitalistico assassino, fatto di repressione e guerre, desolidarizzazione, torture, devastazioni, nocività, sfruttamento, malattie, morte.
A te, Paola, grande guerriera vittoriosa di numerose battaglie, indimenticabile compagna, vogliamo salutare con l’inno “alla vita” di Nazim Hikmet.
Con te, Paola, vinceremo la guerra contro il capitalismo e le malattie che produce
Per la vita, per la libertà, per la bellezza, per la salute della natura e dell’umanità, ci prenderemo cura ogni giorno di quel fiore rosso che anche tu hai coltivato per tutta la vita
Il fiore rosso della rivoluzione, che illuminerà col bagliore dell’aurora una società di nuova democrazia.
Grazie Paola
Le compagne e i compagni del soccorso rosso proletario
La vita non è uno scherzo.
Prendila sul serio
come fa lo scoiattolo, ad esempio,
senza aspettarti nulla dal di fuori o nell’al di là.
Non avrai altro da fare che vivere.
La vita non è uno scherzo.
Prendila sul serio
ma sul serio a tal punto
che messo contro un muro, ad esempio, le mani legate,
o dentro un laboratorio
col camice bianco e grandi occhiali,
tu muoia affinché vivano gli uomini
gli uomini di cui non conoscerai la faccia,
e morrai sapendo
che nulla è più bello, più vero della vita.
Prendila sul serio
ma sul serio a tal punto
che a settant’anni, ad esempio, pianterai degli ulivi
non perché restino ai tuoi figli
ma perché non crederai alla morte
pur temendola,
e la vita peserà di più sulla bilancia.
Nazim Hikmet, 1948