Corrispondenze dal carcere di Uta

Notizie sul carcere di Uta

Riportiamo, data la gravità dei fatti a cui si riferisce, uno stralcio da una lettera che ci è arrivata dal un detenuto, recentemente trasferito dal carcere di Uta a quello di Nuoro.

“[…] Vi scrivo dal kampo di Baddh’e Karros dove mi trovo dal 13 aprile, sono stato trasferito con una motivazione di urgenza, e penso che sia dovuto al sequestro di tre missive a me indirizzate, perché secondo il magistrato di sorveglianza ‘… il contenuto è tale da poter pregiudicare l’ordine e la sicurezza dell’istituto…’ […]”.
“[…] Ora invece vi parlo del carcere di Uta e degli ultimi sviluppi prima dello sballamento… tempo addietro vi avevo parlato di un prigioniero che era stato angheriato da una guardia, e che poi aveva minacciato di denunciarla (cosa che, che io sappia, non ha fatto): ebbene il tipo, Osvaldo Olla, è morto ‘suicida’ nella notte tra il 10 e l’11 aprile (forse il 12, adesso non ricordo), si è ‘sgozzato’ in cella di notte mentre tutti dormivano, con una lametta.
C’è da dire che già dalla mattina successiva al tragico gesto, più di un prigioniero che lo conosceva benissimo (stiamo parlando anche di ergastolani) era molto dubbioso sul suicidio… e le cose si sono complicate quando mi sono giunte delle voci (spero attendibili… però sono più di una) che complicano la vicenda.
Infatti un 10/15 giorni prima del ‘suicidio’, nella cella di Osvaldo erano entrate 2/3 guardie mascherate, e pochi giorni prima del dì fatale Osvaldo era stato chiamato per un colloquio con il suo avvocato, ed al rientro in cella era nervoso, preoccupato, irascibile… e non aveva voluto parlare con nessuno di quello che gli era stato detto.
Ora, una serie di domande sorgono:
A) Perché delle guardie sono entrate nella sua cella mascherate?
B) Chi ha visto Osvaldo il giorno che doveva fare il colloquio?
C) Siamo sicuri che ha visto il suo avvocato?
D) Se non ha visto il suo avvocato, chi ha visto Osvaldo?
E) Ultimo quesito… perché Osvaldo è stato rispedito nello stesso piano (non sezione) dove aveva subito quei soprusi (tenendo conto che la guardia in questione aveva cambiato di piano), quando lui il giorno che gli dissero di spostarsi non era per niente convinto?
Osvaldo stava nella cella a fianco alla mia fino a quando non è stato spostato di piano, ed ogni giorno scambiavamo sempre quattro chiacchiere… inoltre Osvaldo non doveva scontare così tanto, che io ricordi il suo fine pena era per il 2022.
Un’ultima cosa: nella cella dove Osvaldo si ‘sarebbe’ tolto la vita, c’erano altri due prigionieri che non si sono accorti di nulla stante il carico di psicofarmaci e intingoli vari che prendevano, prendono, prenderanno… cose che anche Osvaldo prendeva tutti i giorni, tant’è vero che io di tanto in tanto gli facevo delle battutacce sull’essere vivi in galera… lì Osvaldo abbozzava un sorriso un po’ amaro […]”.

Per contestualizzare, riportiamo anche l’estratto da una lettera dello scrivente dello scorso 11 gennaio in cui ci raccontava la vicenda di cui era stato vittima Osvaldo Olla.

“[…] Ora una storiella (di qua dentro) di cui io non avrei dovuto venire a conoscenza… ma invece: da una ventina di giorni è ‘entrato’ un prigioniero con notevoli problemi di tossicodipendenza da cocaina, mentre faceva la sua quarantena in una sezione apposita, ha subito minacce e angherie da un secondino (principalmente) con l’aiuto di un altro. Lui quando è entrato qui dentro era (ed è ancora) claudicante, a causa di una frattura scomposta a tibia e perone, pertanto ha chiesto che gli dessero una sedia a rotelle, cosa accolta dal medico… però la sedia a rotelle gli è stata sottratta, perché secondo la guardia in questione non consentita.
Allora il tipo, dopo aver fatto un’altra visita medica si è visto assegnare le stampelle, ed anche in questa occasione la solita guardia gliele ha sottratte perché non consentite… al che il prigioniero si è lamentato e ha fatto l’errore di dire al secondino suddetto che lui aveva bisogno delle stampelle perché appena operato (ha delle viti nella frattura), e che se non gliele davano qualcuno avrebbe avuto problemi, compreso il secondino in questione… mai questo verme in divisa avesse sentito tutto questo! Per prima cosa gli ha detto BRUTTA CAROGNA (al prigioniero) e nei giorni successivi ha continuato con minacce verbali al citofono (gli urlava BRUTTA CAROGNA), successivamente ha raccontato agli altri prigionieri della sezione che ‘il tossico era un tipo da scartare perché una brutta carogna’, tant’è che gli altri ‘coinquilini’ della sezione volevano pestarlo, non lo hanno toccato perché visibilmente zoppo.
Il secondino in questione non si è fermato a questo, un giorno che il prigioniero era fuori dalla cella (non ricordo dove), il verme in divisa con un suo socio sono entrati nella sua cella, hanno distrutto il tavolo e hanno accusato il tipo di danneggiamento, facendo un rapporto disciplinare chiaramente falso.
La storia deve essere arrivata alle orecchie di qualcuno, tanto che un brigadiere ha parlato con il prigioniero, che molto spaventato ha raccontato e scritto un resoconto di tutto quello che aveva subito. Il prigioniero è stato spostato di sezione, è finito in CDT (un cronicario) e dopo è stato sentito dal direttore, ufficiali, un medico, psicologo e penso anche dal suo educatore, che gli hanno detto di non fare parola con nessuno delle sue peripezie, perché tanto la cosa si sarebbe risolta per lui (il prigioniero) senza problemi.
Purtroppo per loro, sabato scorso il tipo mi ha raccontato tutto […]”.