Migranti, ad Agrigento scoppia la giusta rivolta nel centro di accoglienza: hanno deciso che era ora di dire Basta! dopo un mese di reclusione per la quarantena
Dopo la quarantena durata un mese all’interno della struttura gli hanno pure negato la richiesta di essere trasferiti in altre strutture. Nei lager di Stato c’è la negazione sistematica dei diritti e i ritocchi dei nuovi Decreti Sicurezza Salvini/Lamorgese lasciano in piedi tutto l’impianto repressivo che, come in questo caso, prevedono anche l’arresto immediato e direttissima per chi arrechi danni a un centro di permanenza e rimpatrio, insomma per chi migrante si rivolta dentro il suo lager.
Così come responsabilità di questo Stato assassino è la morte di due giorni fa del ragazzo migrante 15enne all’ospedale Ingrassia di Palermo: malato e senza cure era stato 15 giorni sulla nave quarantena. “Il suo corpo è martoriato da segni di tortura. Il viaggio non è stato facile”, aveva detto la tutrice, avvertendo del fatto che il giovane migrante mostrasse “segni di denutrizione e disidratazione”. Di quelle torture sono responsabili gli aguzzini libici finanziati dal governo italiano!
Circa 65 migranti hanno dato vita a una rivolta, ad Agrigento, nel centro di accoglienza di viale Cannatello al Villaggio Mosè, lanciando contro le forze dell’ordine estintori, reti dei letti, parti di finestre mandate in frantumi, pietre e altri oggetti di ogni genere.
E’ divampato anche un incendio dopo che i migranti hanno dato fuoco ai materassi tentando di lanciarli addosso agli agenti. Alcuni sono riusciti ad allontanarsi dal centro dove erano sottoposti alla quarantena. Feriti 3 poliziotti del reparto mobile di Palermo.