Il 4 aprile 2020, doveva tenersi all’Aquila un corteo contro il carcere/tortura e ilcarcere-assassino.
Una manifestazione contro differenziazione, isolamento, alta sicurezza, 41 bis. Un corteo in solidarietà con tutti i prigionieri e le prigioniere in lotta, che oggi, alla luce di quanto avvenuto nei giorni delle rivolte e dopo, noi, come soccorso rosso proletario, consideriamo soltanto rimandato e più forte nelle sue ragioni. Le rivolte delle scorse settimane sono state innescate da tempo. Sono decenni che la borghesia, lo stato, forze politiche al governo antepongono le politiche securitarie al servizio del profitto del capitale al benessere e alla cura delle persone!
Hanno fatto delle carceri discariche sociali, criminalizzando povertà ed esclusione.
Il sovraffollamento, le condizioni igienico-sanitarie già disastrose, le generali infami condizioni di detenzione sono state l’humus in cui è germogliato il seme delle rivolte.L’allarme coronavirus e il blocco dei colloqui con i familiari hanno fatto da detonatore.
14 morti, pestaggi, minacce, trasferimenti punitivi, detenuti prelevati notte tempo scalzi e in pigiama per essere deportati chissà dove! Isolamento, torture, riduzione alla fame: questa la risposta dello Stato a chi ha rivendicato con forza il diritto alla salute.
Amnistia, indulto hanno chiesto i detenuti. E della loro effettiva sicurezza non c’e traccia nei decreti.
Ora questi detenuti giustamente ribelli rischiano pene pesantissime, ma senza il loro protagonismo, la loro lotta spontanea, non si sarebbe mai iniziato a fare i conti con l’emergenza carceri in condizioni di contagio coronavirus!
La lotta paga – questo è valido sempre – e negli stati di eccezione come questo, sono stati mezzi di lotta eccezionali che servivano, osando il massimo per avere il minimo.
Le misure decise dal governo per le carceri sono inadeguate a prevenire il contagio tanto che vi è stato un morto nel carcere di Bologna – Era un detenuto, come tanti, in attesa di primo giudizio; e come tanti in cattive condizioni di salute. Ma è morto per coronavirus, nonostante fossero stati chiesti per lui sin da gennaio gli arresti domiciliari per motivi di salute. – e sono aumentati i contagi conosciuti e non conosciuti in varie carceri
La morte per coronavirus tra i detenuti fa paura,e rabbia. Paura per i padroni e gestori di nuove rivolte da un lato, paura dei detenuti di fare la morte del topo dall’altro.
Noi continuiamo a dire che la lotta paga, che ribellarsi è giusto!
Pretendiamo che le carceri siano svuotate di almeno 10.000 detenuti – senza alcuna discriminazione dei detenuti accusati di aver partecipato alla rivolta
Pretendiamo che finiscano i pestaggi e le rappresaglie
Pretendiamo verità e giustizia per le morti in carcere mettendo fine alle menzogne
Pretendiamo che vengano ripristinati e aumentati visite, contatti, pacchi dei familiari perché devono sapere e vedere come stanno i detenuti
pretendiamo che i prigionieri politici – ignobilmente tenuti in 41 bis – non vengano discriminati e tutelati
Pretendiamo che venga accolta la proposta dei detenuti – sostenuta da sindacati di base dei lavoratori e associazioni democratiche di Amnistia/indulto!
Così come chiediamo la depenalizzazione delle lotte sociali anche nelle carceri!
Facciamo sentire in tutte le forme il nostro sostegno ai detenuti e i ai prigionieri politici! Informiamo e sosteniamo tutte le manifestazioni di questi giorni, pretendiamo che non vengano caricate e represse dalla polizia
Bombardiamo di e-mails il Ministero di grazia e giustizia!
Sviluppiamo una campagna unitaria e prolungata e organizziamo per il 19 giugno, giornata della solidarietà internazionale con i prigionieri nelle carceri dell’imperialismo per essere tutti uniti sotto le carceri per presentare il conto.
Soccorso rosso proletario
info srpitalia@gmail.com
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aprile 2020
il video intervento del 4 aprile
il video intervento del 4 aprile