Carcere di Sulmona ancora senza colloqui, ma con l’esercito inviato da un mese a vigilare all’esterno del penitenziario

Lo ha comunicato Mauro Nardella, segretario territoriale della Uil-Pa, soddisfatto per la novità che garantirà il potenziamento della sicurezza e una utile simbiosi tra esercito e polizia penitenziaria: “Il servizio di vigilanza esterna agli istituti penitenziari, detta Veip, darà un consistente sostegno a realtà penitenziarie che ospitano detenuti tra i più pericolosi d’Italia”.

Ma dall’8 giugno, nel carcere di Sulmona, un gruppo di 50 detenuti in alta sicurezza sta scioperando contro le discriminazioni fra circuiti detentivi sulle ore di colloquio a distanza e contro le condizioni di vivibilità del carcere.

Nel documento/piattaforma, di cui riportiamo stralci, chiedono di fruire di tutti i colloqui, anche in “modalità a distanza”, cui hanno diritto, un aumento dei limiti di spesa per ciascun detenuto, l’utilizzo gratuito del servizio lavanderia, la gratuità delle telefonate settimanali incrementate.

Da una lettera di Antonino da Sulmona:

Carissimi compagni,

vi scrivo questa lettera per farvi avere mie notizie, e vi mando un documento che un gruppo di 50 prigionieri della sezione AS1 aderisce a una lotta che riteniamo giusta, per quelle che sono le nostre possibilità. Qui le cose vengono dimezzate come i colloqui e le telefonate, concedono quel minimo essenziale per placare gli animi infuocati giustamente dei carcerati, anche se si parla per iniziative e piccole lotte per cercare di migliorare le condizioni, è sempre difficile avere dei riscontri con la direzione che ha un atteggiamento del tutto refrattario alle richieste dei carcerati.

Noi sappiamo che le battaglie non possone essere settoriali che riguardano solo certe categorie di prigionieri perchè rischiano di rivelarsi “zoppe” e di essere facilmente recuperate da persone che fanno il proprio tornaconto. In certe lotte è importante anche riuscire ad attirare l’attenzione (quindi in questo senso spero si capisca la nostra scelta della protesta pacifica ma concreta).

Certamente si spera che in tutto non si arriva a qualche “contentino ad personam” che non cambia però le condizioni generali degli obiettivi proposti.

Per noi gli obiettivi sono quelli generali e specifici che giocano attorno alla questione specifica e parziale per cui si sta lottando, che sono bisogni di tutti avere il diritto di telefonare e fare la videochiamata con i famigliari – un piccolo virus che ci dice, molto semplicemente , che il paziente è diventato un cliente, che la salute è una merce, come ogni cosa ormai. Per gli uomini che lottano per i propri diritti non esiste una sola strada, un solo strumento, una sola idea che porta alla libertà, e solo la ricchezza dell’esperienza collettiva che nel raccogliere le idee e le esperienze di ognuno cresce matura e ogni giorno fa un passo avanti verso la propria emancipazione.

Siamo contro tutte le galere per un mondo di uomini liberi, perchè il senso del giusto non lo si troverà mai in qualche codice.

Spero che ricevete la mia posta. Prima di questa ho spedita un’altra lettera con i documenti. Mi auguro che l’abbiate ricevuta.

Ci fa piacere se pubblicate su l’opuscolo di OLGa il documento e la lettera.

Vi saluto a tutti con affetto. Antonino

4 giugno 2020
Antonino Faro, piazzale Vittime del Dovere -C.R.- 67034 Sulmona (L’Aquila)

Al Direttore della Casa di Reclusione di Sulmona
dr Sergio Romice

E.P.C.
Al Magistrato di Sorveglianza di L’aquila
Al Direttore del Dap
Al provveditore regionale PRAP Lazio-Abruzzo-Molise
Al Garante nazionale delle persone private della libertà personale
Al Garante regionale delle persone private della libertà personale
Al Sindaco del comune di Sulmona
Al prefetto di L’Aquila
Al presidente degli avvocati presso il Tribunale di Sulmona
Alla preside dell’istituto scolastico IPAA Errigo Serpieri di Avezzano

A seguito delle nuove disposizioni da Lei emanate in data 01.06.2020 e rese note con l’affissione in bacheca degli avvisi della sezione detentiva (ufficialmente entreranno in vigore il 08.06.2020) per regolamentare la fruizione dei colloqui telefonici e i colloqui con “modalità a distanza”; in riferimento al Decreto-legge 1’ maggio 2020, n. 29, e alle disposizioni della circolare G.DAP 12.05.2020 N.0156964.U, in queste disposizioni riscontriamo:

  1. L’introduzione di una discriminazione tra sottocircuiti detentivi delle sezioni AS1 e AS3 contravvenendo alle basilari norme dettate dall’ordinamento penitenziario in materia di trattamento educativo della pena (v. circ DAP 3619/6069 del 21.04.2009) nello specifico riguarda la fruizione delle telefonate settimanali concesse in numero di tre a settimana alle sezioni AS3 e in numero di due alle sezioni AS1
  2. Un riscontro negativo al numero delle telefonate settimanali e alle videochiamate mensili delle quali, ognuno di noi avrebbe potuto fruire in riferimento alle disposizioni della circolare G.DAP 12.05.2020 n. 0156964,U, emessa dal Direttore Generale del Dipartimento di Amministrazione Penitenziaria, Sezione Detenuti e Trattamento; nella quale, oltre a tracciare le linee guida nazionali sulle modalità da seguire per l’espletamento dei colloqui visivi in presenza all’interno degli istituti di pena, detta anche la possibilità e facoltà del detenuto di chiedere di fruire di tutti i colloqui in “MODALITÀ A DISTANZA”.

Avevamo richiesto circa quindici giorni addietro un colloquio tra Lei e una delegazione in rappresentanza dei detenuti ristretti nel reparto verde, piano 2°, lato A,B e OSSERVAZIONE; nel quale volevamo esporre le nostre problematiche relative alla ripresa dello svolgimento dei colloqui visivi e, più nello specifico, le nostre esigenze alla continuità di intrattenere i rapporti aggettivi con i familiari in costanza dell’emergenza sanitaria e, con le difficoltà connesse alle limitazioni che stanno comportando nell’esercitare compiutamente il nostro diritto di incontrare i familiari attraverso i colloqui visivi in presenza e una serie di altre problematiche interne inerenti la vivibilità gestione delle sezioni detentive. Abbiamo riferito queste necessità all’Ispettore coordinatore della nostra sezione detentiva.
Colloqui che sinora non è realizzato con nostra grande amarezza e delusione
Abbiamo sempre rispettato e aderito alle limitazioni da Lei decise e intervenute nostro malgrado come abbiamo fatto in precedenza dal mese di marzo, tra l’altro, in quelle disposizioni abbiamo riscontrato che questa Direzione carceraria ha attuato solo in parte le raccomandazioni emanate dal DAP con la circolare del 21.03.2020 n 0096018.U; ad esempio: non ha attuato le video chiamate con i telefoni cellulari, non ha aumentato i limiti di spesa per ciascun detenuto, l’utilizzo senza costi del servizio lavanderia, la gratuità delle telefonate settimanali incrementate; nonostante tutto e queste ultime, con senso di responsabilità e spirito di comunità non abbiamo protestato o creato disguidi che potessero turbare la serenità interna del carcere e il buon prosieguo delle operazioni di vita giornaliera.
Tutte queste problematiche e difficoltà quivi dette emergere e considerata da parte nostra l’impossibilità di aderire alle nuove disposizioni limitative intraprese dal Suo ufficio e che vanno ben oltre alle disposizioni indicate nella circolare emessa dal DAP, ci vediamo obbligati e a malincuore ad annunciarLe con largo anticipo che dal 08.06.2020 intraprenderemo una protesta pacifica … nei nostri intenti e propositi… che ripetiamo essere quelli in primo luogo di esercitare il nostro diritto e facoltà secondo le direttive emanate dal DAP nella circolare. G. DAP 12.05.2020 n.0156964.U nello svolgimento di fruire di tutti i colloqui in “MODALITÀ A DISTANZA” sino alla data del 30.06.2020 e poi, in secondo luogo, di poter definire le altre problematiche interne di vivibilità che per brevità di esposizione abbiamo già accennato per elencazione al coordinatore della nostra sezione detentiva.
La nostra protesta pacifica consisterà nella sospensione delle attività lavorative di sezione assegnateci, rinuncia di andare alle aree dei passeggi, alle salette hobby, alle sale computer, alle attività scolastiche e culturali, rinuncia di acquistare gli alimenti e beni dal servizio dell’impresa al sopravvitto affinché non si arriverà a una soluzione equilibrata e condivisa delle problematiche sin qui esposte.
Seguono le firme dei detenuti proponenti: